Mondo mamma | 20 marzo 2022, 09:00

Gioco in casa o gioco all’asilo? L’importante è giocare

A tu per tu con le educatrici Di Raffaella Missaglia, Laura Monteverdi e Angela Stragiotti Educatrici del baby parking Gioca Bimbo di Quarona (Vc)

Gioco in casa o gioco all’asilo? L’importante è giocare

Se partiamo dal presupposto che la dimensione ludica ci dovrebbe accompagnare lungo tutta la vita, appare quanto mai chiara la sua rilevanza nei primi anni dell’individuo. Il gioco, inteso come diritto imprescindibile di ogni bambino, è una delle modalità primarie attraverso le quali egli si relaziona, sperimenta e, soprattutto, impara a conoscere la realtà che lo circonda in maniera piacevole. Sia che il piccolo (da uno a tre anni circa) giochi a casa propria, sia che lo faccia in una struttura quale l’asilo nido o il baby parking, il presupposto fondamentale è che lo possa fare in tutta sicurezza. Compito fondamentale dell’adulto è infatti, e innanzitutto, quello di garantirgli un ambiente adatto ai suoi bisogni e privo di pericoli, oltre a verificare l’adeguatezza del materiale a sua disposizione. Il genitore, esattamente come l’educatore di riferimento, può scegliere di lasciare che il bambino giochi in modo autonomo o, viceversa, proporgli un’attività da svolgere insieme (costruzioni, puzzle, palla…), esercitando però sempre un’azione di controllo, anche se a distanza. Giocare con il proprio figlio, magari dopo una giornata di lavoro trascorsa lontano da lui, è il più grande regalo che un genitore possa fargli; al tempo stesso, lasciarlo libero di esplorare e scoprire un mondo per lui assolutamente nuovo e meraviglioso, sotto il suo sguardo vigile, è un dono altrettanto importante per prepararlo all’avventura della vita.

Così come all’asilo l’educatore propone al gruppo materiali diversi con cui giocare e sperimentare, a casa il genitore (o altro adulto che si occupi del bimbo in ambito domestico) può riprodurre una situazione simile con pochi e semplici accorgimenti. Bastano infatti un grembiulino, una tela cerata su un tavolino a misura di bambino e un colpo di spugna finale per potersi sbizzarrire e divertire insieme. A partire circa dall’anno di vita, tempere e pennelli, pasta morbida da manipolare, farina gialla con vari contenitori per travasare, pasta di pane con formine diverse sono solo alcuni esempi di materiali che si possono tranquillamente utilizzare sotto la supervisione di un adulto.

Quale che sia la scelta dei genitori, la cosa fondamentale è garantire al bambino la possibilità di giocare in libertà e sicurezza, per il semplice piacere di farlo, senza aver paura di riscoprire anche dentro di sé il piacere di sporcarsi, muoversi e tornare un po’ indietro nel tempo.

sociocultura@comunequarona.it

 

«Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé»

Pablo Neruda