Mondo mamma | 03 aprile 2023, 00:00

Parto cesareo. Cos’è e quando va fatto

Il parto cesareo è un intervento chirurgico cui si può ricorrere per far nascere un bambino. C’è chi è pro, chi è contro. Ma la regola è lasciar decidere agli esperti, che dovranno valutare il rapporto rischi/benefici per mamma e bebè

Parto cesareo. Cos’è e quando va fatto

Ci sono donne che, appena viene loro confermata la gravidanza, già pensano alla paura e al dolore indotti dal parto naturale e meditano sulla possibilità di richiedere un cesareo. Vi sono future mamme che sognano un parto totalmente fisiologico e che, invece, si trovano a dover affrontare un taglio cesareo, talvolta programmato, talvolta d’urgenza. Ma quali sono le condizioni che implicano il ricorso al cesareo, quale il percorso dalla preparazione al post?

Prima di tutto, una definizione: il taglio cesareo è un intervento chirurgico che prevede un taglio sull’addome e sull’utero della futura mamma. Vi sono i cesarei programmati, conseguenza di alcune indicazioni specifiche che portano il medico a ritenere rischioso il parto naturale: presentazione podalica, quando cioè il bambino è posizionato con i piedi verso il basso; precedente rottura dell’utero; peso stimato del bambino superiore a 4,5 kg nelle donne diabetiche; placenta previa. Anche in presenza di gravidanze gemellari potrebbe essere consigliabile il cesareo. Esistono inoltre casi in cui è la donna stessa a richiedere il cesareo per una scelta personale, ma è bene che si confronti con il proprio medico per delinearne le motivazioni, consapevole del fatto che il ginecologo potrebbe anche rifiutarsi.

C’è poi il cesareo d’urgenza, eseguito in una certa fase della gravidanza o durante il travaglio, nel momento in cui si individua un rischio per una delle due parti: ad esempio, quando si rileva una sofferenza fetale.

Programmazione

Il parto cesareo elettivo (cioè programmato) non richiede particolari preparativi da parte della donna. Di certo verranno prescritti alcuni prelievi ematochimici e monitoraggi cardiotocografici e bisognerà prenotare una consulenza anestesiologica. Dato che la durata della permanenza in ospedale è di solito un po’ più lunga rispetto a quella prevista per un parto naturale (3 o 4 giorni vs 2), allora anche la valigia della nascita dovrà prevedere qualche cambio in più. Di solito, si richiede di acquistare calze elastiche a compressione graduata per prevenire la trombosi venosa.

Durante

Posso vedere subito il mio bambino se partorisco con taglio cesareo? È la domanda ricorrente tra le mamme. Oggigiorno, a meno che non venga praticata un’anestesia totale per motivi clinici, è sempre più diffusa la possibilità per la neomamma di abbracciare immediatamente il neonato, favorendo lo skin to skin. Anche l’allattamento al seno può essere avviato in questo momento.

Dopo

Non tutte le donne vivono il cesareo in modo simile: alcune necessitano di più tempo per recuperare. Dopo un giorno la donna può di solito riprendere a muoversi e camminare. È fondamentale riposarsi e idratarsi. È fisiologico avere perdite di sangue (importante il ricambio frequente di assorbenti), così come il dolore alla ferita, normalmente ridotto assumendo gli antidolorifici prescritti dai medici. La ferita andrà poi tenuta pulita e libera da indumenti costrittivi, in modo da favorire la cicatrizzazione. Di solito, col tempo, il segno della cicatrice diventa leggero, quasi invisibile.

Ma il cesareo è per sempre?

Il travaglio di prova (TdP) è il tentativo di travaglio di una donna precedentemente sottoposta a taglio cesareo e che, per la successiva gravidanza, desidera partorire per via vaginale.

Rischi e benefici non sono ancora totalmente delineati, ma la donna che sceglie di tentare il parto naturale deve essere informata che:

- la rottura uterina è una complicazione molto rara, che però aumenta nelle donne con TdP (35 per 10mila vs 12 per 10mila nelle donne con TCe, il taglio cesareo programmato);

- il rischio di morte fetale durante il travaglio per le donne con TdP è modesto (circa 10 per 10mila), ma superiore a quello associato a TCe (circa 1 per 10mila);

- l'effetto di TdP o TCe sulla paralisi cerebrale rimane incerto.

Vi sono alcune condizioni che aumentano la probabilità di successo del travaglio di prova: età inferiore ai 40 anni, precedente parto vaginale, avvenuto prima, o ancor meglio dopo, un taglio cesareo; parti non ravvicinati nel tempo; presenza di una cervice favorevole, peso del bimbo inferiore a 4 kg in prossimità della nascita.

(Fonte: SaPeRiDoc.it, Centro di documentazione sulla salute perinatale e riproduttiva, nato dalla collaborazione fra la Regione Emilia-Romagna e il Centro per la valutazione dell'efficacia dell'assistenza sanitaria-CeVEAS dell'Azienda sanitaria locale di Modena)

L.S.

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