Baby news | 09 maggio 2023, 00:00

Opzione Mamma, anzi Donna

Si è tanto parlato, lo scorso autunno, di introdurre una norma che permetta alle donne con figli di andare in pensione in anticipo. Ma c’è stata una retromarcia e Opzione Mamma è diventata Opzione Donna

Opzione Mamma, anzi Donna

Opzione Mamma: era stata chiamata così la disposizione che offriva alle donne la possibilità di andare in pensione a un’età variabile a seconda del numero di figli, ovvero a 58 anni con 2 figli, a 59 con 1 e a 60 con zero. Il sistema è stato criticato fin dall’inizio: sarebbe stata la prima volta nella storia italiana in cui l’età pensionistica veniva collegata alla presenza o meno di figli. Una novità che, a detta dei più, mostrava non pochi problemi dal punto di vista dell’equità del sistema previdenziale. Una norma che discriminava le donne, insomma, che è parsa di ispirazione valoriale poiché attribuiva un valore maggiore a coloro che hanno procreato, e che poteva risultare persino incostituzionale. Il riferimento è all’articolo 3 della Costituzione, che promuove il principio di eguaglianza e il divieto di discriminazioni.

Non solo: questo sistema non affrontava il problema numero uno delle pensioni in Italia, il gap di genere. La differenza nei livelli retributivi delle pensioni di donne e uomini è ancora maggiore di quella salariale: il motivo nasce dal fatto che le donne non hanno solo stipendi più bassi, ma sovente anche carriere discontinue, che subiscono interruzioni e comprendono periodi senza contributi, oltre a essere più spesso legate a lavori precari e, dunque, a contribuzione bassa o nulla.

A novembre 2022, la retromarcia. Nella Manovra di Bilancio la definizione Opzione Mamma è stata modificata in Opzione Donna, prorogata anche per il 2023. Trattandosi di una misura sperimentale, è in continua evoluzione, ma resta fermo l’obiettivo fondamentale: permettere alle lavoratrici di andare in pensione con requisiti ridotti rispetto a quelli previsti per la pensione anticipata ordinaria. Per adesso, però, possono accedere a Opzione Donna solo 3 categorie di lavoratrici (e con determinati requisiti di età e di anzianità di contributi): caregiver, invalide civili in misura pari o superiore al 74%, lavoratrici che hanno subito un licenziamento o sono dipendenti di imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.

 

L.S.