Pazienza e serenità è quanto si chiede a un genitore che si sta avvicinando al momento dello ‘spannolinamento’. È questo, infatti, un passaggio molto delicato per il bambino, spesso fonte di confusione e malessere.
Quando iniziare?
Non esiste un momento giusto, dato che ogni bambino è diverso dagli altri. Gli esperti consigliano il periodo dei due-tre anni, quando anche il corpo diventa pronto al grande passo. È infatti generalmente a partire dai 18 mesi che il bambino sviluppa la capacità di controllare gli sfinteri. Altro consiglio è aspettare i mesi più caldi, quando il piccolo può essere lasciato nudo in spiaggia (percependo maggiormente cosa accade) o, comunque, non rischia di restare bagnato a lungo con temperature rigide. I segnali che il bimbo può lanciare sono altrettanto significativi: ci sono bambini che fanno chiaramente capire di essere ormai infastiditi dal pannolino, e di voler essere cambiati, e altri che si dimostrano incuriositi dal water o dai coetanei che fanno pipì all’aperto. Inoltre, spesso si trova il pannolino asciutto all’orario previsto per il cambio. Questi sono i ‘momenti giusti’.
Come procedere?
C’è chi adotta la tecnica d’invitare il bambino a sedersi sul vasino o sul water a ogni ora e chi, invece, preferisce programmare delle scadenza per non rischiare d’irritarlo con inconcludenti visite al bagno. In ogni caso, accompagnare il momento con la lettura di un libro potrebbe rendere tutto più facile. Importante è incoraggiare il bambino a riconoscere lo stimolo: per lui fare cacca e pipì nel vasino o nel water è inizialmente un trauma, come se stesse perdendo una parte di sé e si trovasse a doversi confrontare con la realtà esterna al suo corpo. Se poi capita (di solito per caso) che esca la pipì, è fondamentale dimostrare contentezza: la gratificazione più bella sono il sorriso della mamma e l’applauso del papà. Sbagliato invece sgridare il piccolo nel momento in cui si sporca o si bagna: piuttosto, senza drammatizzare, si potrebbe far notare cosa è accaduto e invitarlo ad avvisare ‘in tempo’. Altro consiglio: non trascinare l’educazione del controllo sfinterico per lungo tempo. Se, dopo il pisolino pomeridiano, il bimbo non si bagna, si può provare a togliere il pannolino anche di notte (ma è anche possibile che sia il bambino stesso a chiedervelo, una volta compresa la ‘libertà’ raggiunta). Sempre restando nei margini della soggettività, normalmente una settimana è sufficiente per educare il bambino, sebbene si debbano prevedere incidenti di percorso ancora per qualche mese.
Da sapere:
■ L’imitazione è una modalità molto attraente per i bambini: non trascurate di far loro osservare ‘come fanno i bimbi più grandi’.
■ L’evacuazione delle feci è qualcosa di molto invasivo per il bambino dal punto di vista psicologico: la gioia dell’adulto nel vederlo evacuare contrasta con il gesto di buttar via la cacca perché puzzolente e sporca. Potrebbe capitare che, nel rifiuto, il bimbo diventi anche stitico: forse non è ancora il momento?
■ Decisione: ‘togliere e mettere’ rafforza lo stato di confusione. Servono fermezza ma anche dolcezza ed è bene spiegare sempre al bambino cosa sta accadendo, e non togliere il pannolino ‘da un giorno all’altro’ senza dare alcuna motivazione.
■ Non cominciare mai a togliere il pannolino in concomitanza con altri eventi importanti, come la nascita di fratellini e sorelline o l’ingresso alla materna.
Io non uso il pannolino
C’è chi sceglie di non usare i pannolini. Mai, neanche per il neonato. Il metodo dell’Ec – Elimination Communication si basa su solidi principi: cogliere i segnali di evacuazione per accompagnare il piccolo al momento decisivo ed educarlo a poco a poco a essere indipendente. Questo atteggiamento va anche a ridurre le irritazioni del sederino, a tutto vantaggio dell’ambiente.
Vasino o water?
Meglio introdurre il vasino o andare direttamente sul water con l’ausilio del riduttore?
Il vasino è a misura di bambino, aiuta il senso d’indipendenza e si può spostare in casa. Però bisogna svuotarlo e pulirlo dopo ogni uso. E, a un certo punto, bisogna comunque iniziare a usare il water.
Il water è disponibile ovunque, fa perno sull’istinto d’imitazione e, con un riduttore e una panchetta per salire, diventa ‘a misura’ di bambino. Bisogna solo fare in modo che il bimbo non abbia paura di caderci dentro.