Abbiamo appena scoperto di aspettare un bambino ed ecco che ci troviamo a confrontarci con uno dei disagi tipici della gravidanza: le nausee. Normalmente si manifestano tra la quinta e l’ottava settimana di gestazione, raggiungendo la fase acuta tra la dodicesima e la quattordicesima. Nella maggior parte dei casi, è il mattino il momento ‘peggiore’, ma le nausee si possono presentare anche durante le ore pomeridiane o serali o di notte. Alcune donne si limitano al senso di nausea: il che significa non riuscire a sopportare determinati odori o non poter assumere determinati cibi; altre rimettono, anche ripetutamente, durante le 24 ore.
Dopo il terzo-quarto mese le nausee spariscono in modo graduale. Le mamme più sfortunate dovranno invece conviverci ancora per qualche tempo, anche fino al parto. In entrambi i casi è importante confrontarsi con il ginecologo per monitorare il proprio peso, visto che la limitata assunzione di cibi e ancor più il vomito potrebbero ridurre l’apporto calorico fornito al feto.
Le cause delle nausee in gravidanza
Non sono ancora state ben definite le cause delle nausee in gravidanza. Di certo, il fattore scatenante sono i cambiamenti ormonali: in particolare, l’aumento dei livelli della gonadotropina corionica umana (Beta-hCG), un ormone prodotto già pochi giorni dopo il concepimento. Nelle donne in attesa di gemelli i livelli sono addirittura più elevati, per cui il disturbo è maggiore.
L’acidità di stomaco e la stitichezza sono invece dovuti all’aumento dei livelli di progesterone, che altera le funzioni dell’apparato digerente.
Alcuni studi hanno fatto notare come la nausea gravidica potrebbe essere un tentativo di difesa dell’organismo nei confronti di cibi potenzialmente pericolosi, soprattutto nel primo trimestre, quando il bambino comincia a formarsi. Il corpo è davvero una macchina stupefacente.
Come combattere la nausea
Controllare l’alimentazione: evitare succhi di frutta, caffè, alcolici. Preferire cibi solidi.
Dato che i sintomi peggiorano a stomaco vuoto, si consiglia di fare continui spuntini.
Combattere la nausea fin dal mattino (che è poi il periodo di maggior malessere): prima ancora di alzarsi dal letto viene consigliato di sgranocchiare qualche grissino o cracker.
Assumere acqua e limone: sebbene l’acqua causi notoriamente il vomito, in realtà preparare un bicchiere di acqua frizzante e succo di limone potrebbe portare sollievo. E anche succhiare una fetta di limone ai primi sintomi potrebbe essere un ‘comodo’ toccasana.
Preparare infusi di menta che, come il limone, ha effetto digestivo.
Masticare pezzi di zenzero (fresco sui cibi, sotto forma di frutta candita, secco): lo zenzero è una pianta rizomatica che, grazie ai principi attivi che la caratterizzano, è nota per essere uno stimolante della circolazione periferica e un valido antinfiammatorio e per la sua azione antinausea.
La vitamina B6 (che deve essere prescritta dal proprio ginecologo) pare che agisca come antinausea.
Fare una cura di magnesio, che aiuta a riequilibrare gli ormoni.
I braccialetti antinausea, utilizzati normalmente contro il mal d’auto, possono essere impiegati anche in questo caso. E sono privi di qualsiasi controindicazione.
Tra i più recenti rimedi proposti dagli esperti, l’agopuntura e l’ipnosi.
Le nonne dicono che:
Se durante la gravidanza una donna avrà tante nausee o bruciori di stomaco, significa che il bambino avrà tanti capelli. Questo è quello che sostenevano le nonne, ma c’è qualcosa di vero. Pare, infatti, che siano proprio gli alti livelli di estrogeni e progesterone, che stimolano la crescita dei capelli, a rilassare l’esofago della futura mamma, causando questi malesseri.
I sintomi
La nausea è anche uno dei primi sintomi dell’inizio di una gravidanza. A parte l’assenza di mestruazioni, una donna gravida potrebbe iniziare a percepire insofferenza nei confronti di cibi e odori, oltre che dolori al basso ventre, tensione al seno, stanchezza, desiderio di urinare più spesso.
Sì o no allo zenzero?
Lo zenzero, come tutte le piante medicinali, potrebbe avere effetti collaterali. Alcuni ginecologi ne sconsigliano l’uso dato che i principi attivi della radice hanno un potenziale rischio mutagenico, soprattutto nel primo trimestre quando tutti gli organi del bambino sono in formazione. Ma si parla di uso smodato, non del consumo saltuario. È sempre importante attenersi alle dosi consigliate.