Mondo mamma | 05 novembre 2024, 00:00

Emorroidi, pre e post parto

Nausee, mal di schiena, aumento di peso, bruciori di stomaco. Ma forse non avevate mai pensato alle emorroidi. Costituiscono la più frequente patologia anorettale della gravidanza e del puerperio: scopriamone i dettagli

Emorroidi, pre e post parto

Colon irritabile, stitichezza, alterazioni ormonali, abuso di alcol e fumo, un’alimentazione inadeguata, la familiarità, la sedentarietà, l’eccessiva assunzione di lassativi, la fragilità dei capillari. Sono tutti fattori che aumentano o favoriscono l’insorgere delle emorroidi, negli uomini e nelle donne indistintamente. L’essere in dolce attesa, però, influisce ulteriormente sulla possibilità che compaia questa complicanza.

Come accennato, nei primi mesi della gestazione sono soprattutto gli ormoni a influire sullo sviluppo delle emorroidi: estrogeno e progesterone aumentano le loro concentrazioni anche del 200%. Di qui, la lassità dei tessuti venosi, che favorisce il ristagno del sangue nei vasi sanguigni e, di conseguenza, nelle emorroidi. Questi fattori, inoltre, predispongono a una delle principali cause di emorroidi in gravidanza, ovvero la stitichezza.

Nel terzo trimestre, invece, la cause si fanno meccaniche: l'ingrossamento uterino provoca un aumento della pressione sul pavimento pelvico. La compressione dei vasi sanguigni della parte superiore del retto, inoltre, rallenta la circolazione del sangue che, ristagnando, può dilatare le vene aumentando il rischio di emorroidi sia interne che esterne.

Arriva poi il parto, forse l’evento più traumatico in termini di aumentato rischio di emorroidi. È proprio lo sforzo del travaglio a costituire un fattore di rischio, insieme alla sua durata, al peso del bambino, al numero delle gravidanze precedenti.

Sintomi e rimedi

La formazione di emorroidi dopo il parto è una complicanza piuttosto comune e generalmente non grave. Nella maggior parte dei casi, dopo il parto le emorroidi guariscono da sole in qualche settimana al massimo. Ma come fare per riconoscerle?

I sintomi della patologia emorroidaria sono: dolore (soprattutto durante la defecazione o mentre si è seduti), piccole perdite di sangue, prurito, sensazione di gonfiore, perdita anomala di feci, presenza al tatto di corpi morbidi esterni all'ano.

Esiste una terapia farmacologica per curare le emorroidi dopo il parto, sia per disinfiammare la zona sia per migliorare il transito intestinale. Oltre a questi rimedi, che verranno prescritti dal medico, vi sono alcuni accorgimenti che possono alleviare il dolore: applicare sulla zona anale, a intervalli regolari, del ghiaccio avvolto in un panno; fare il semicupio di 15 minuti più volte al giorno, usando il bidet o una bacinella; usare creme lenitive (alcuni prodotti possono essere applicati direttamente sugli assorbenti post partum); usare carta igienica molto soffice e cercare di non restare sedute sul water per più di 3 minuti di seguito.

Si può fare prevenzione?

Vi sono alcune buone abitudini che possono ridurre il rischio di emorroidi. Ad esempio, poiché una delle cause più diffuse di emorroidi è la stitichezza, si può seguire una dieta ricca di fibre che stimoli il transito intestinale in modo naturale (oltre ad assumere lassativi o integratori, come i fermenti lattici): crusca a colazione, 2 o 3 prugne secche al giorno, frutta e verdura, oltre a frutta secca in generale. Queste accortezze possono rappresentare un primo aiuto. Per rendere le feci più morbide e facili da espellere, e quindi per ridurre lo sforzo, è importante anche l’assunzione di liquidi: almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, dicono gli esperti.

La dieta non è comunque sufficiente: praticare attività fisica in modo regolare (una camminata quotidiana può bastare) costituisce un ottimo fattore di prevenzione. Non bisogna poi ignorare lo stimolo dell’evacuazione ed è opportuno evitare un eccessivo aumento di peso. L’obesità è, infatti, un fattore di rischio per lo sviluppo delle emorroidi, che aumenta ancor di più nelle donne incinte.

Approfondimento: cosa sono le emorroidi?

Le emorroidi, tessuto emorroidario in termini tecnici, sono naturalmente presenti nel corpo umano. Si tratta di un tessuto molto ben irrorato dal sangue, che, da una parte, serve per ammortizzare il passaggio delle feci nell’ultimo tratto del retto, dall’altra svolge la funzione di continenza delle feci stesse. Quando il tessuto emorroidario si dilata, può iniziare a sanguinare internamente e può fuoriuscire (prolasso) dal canale anale. Le ragadi, invece, sono piccole lesioni, simili a piccoli tagli nella mucosa che riveste l’ano.

L.S.

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