Tutti a tavola | 03 dicembre 2023, 10:00

È l’ora della merenda

Occasione di assaggio durante lo svezzamento, di gioco e condivisione dopo. La merenda scandisce i tempi della giornata e delinea l’approccio alimentare in famiglia

La primissima infanzia è il momento in cui si impostano le abitudini alimentari e, se la merenda diventa un atteso rituale, lo saranno anche i pasti principali. 

Quando i bambini crescono chiedono spesso: «cosa c’è per merenda?». La merenda è momento di attenzione, coccole e impegno da parte dei genitori, e i piccoli saranno attenti ed entusiasti all’allestimento; quindi, quando possibile è meglio una merenda con mamma e papà, che purtroppo hanno sempre meno tempo da condividere con i propri figli.  

La giornata alimentare è distribuita così per tutti, grandi e piccini: colazione (20%), spuntino (5-10%), pranzo (35-40%), merenda (10%) e cena (30%). Scandire tempi giusti per gli snack, esattamente come avviene per gli altri pasti, è importante: a metà mattina, tra le 10.30 e le 11.30, e a metà pomeriggio, tra le 16 e le 17.

Durante lo svezzamento si può cominciare con lo yogurt bianco non zuccherato (nei primi mesi basterà mezzo vasetto), che potremo addolcire con qualche cucchiaino di mela, pera, banana e altri frutti di stagione o un cucchiaino di frutta secca. Quando si parla di yogurt è comune pensare a quello vaccino, ricco di sali minerali e di grassi, ma va ricordato che può essere alternato anche a quello di pecora o di capra, decisamente più saporiti: sarà il vostro bambino a farvi capire quale preferisce. Lo yogurt è una fonte proteica, quindi meglio non esagerare e alternarlo a frutta omogeneizzata o verdura grattugiata (come le carote), porridge alla banana, semolino e frutta. Poi arriverà il tempo di cereali soffiati, cracker non salati, qualche fetta di pane tostato con un po’ di marmellata senza zucchero o condita con un filo d’olio e pomodorini spremuti senza buccia, bruschette con avocado e due gocce di limone. 

Con la dentizione proponiamo merende masticabili al posto di pappette e succhi di frutta (da non prediligere perché troppo zuccherati); se il bambino non è un mangione, non abbondiamo nelle merende, visto che smorzano l’appetito nei pasti principali. Abituiamolo a sapori diversi, affinché sia capace di selezionare gli alimenti, sempre affiancati ad abbondante acqua. La merenda deve essere sana, genuina e nutrizionalmente bilanciata, ma anche invitante, fin da quando il bambino è piccolo; sarà più facile proporre anche frutta e verdura quando crescerà, sempre in maniera gustosa e divertente. Dall’età prescolare in poi, tornerà utile servirsi di forchettine colorate per fargli assaggiare la frutta o la verdura tagliate, oppure di cannucce a tema per sorseggiare le spremute d’arancia d’inverno. 

E non dimentichiamo che le buone abitudini a tavola devono molto al buon esempio: quindi, se mamma e papà saranno attenti alla presentazione degli alimenti, alla convivialità e al coinvolgimento del bambino, sarà piacevole l’approccio anche per lui. 

L’obiettivo è che in età scolare i bambini sappiano mangiare in modo equilibrato, concedendosi qualche "sgarro” purché dettato dal buon senso, per favorire un rapporto col cibo disinvolto e non ossessivo. 

Il portamerende a piccoli scompartimenti sarà utile per le razioni da distribuire tra carboidrati complessi, proteine, grassi, vitamine, sali minerali e fibre. Il tagliafrutta consentirà esperimenti divertenti, che coinvolgeranno nella preparazione di frutta e verdura; inutile dire che le lame sono parecchio taglienti e i bambini devono essere controllati. La frutta avanzata diventerà un gustoso frullato per il pomeriggio a casa. 

La merenda ideale dovrebbe contenere: frutta o verdura, yogurt/latte o bevande vegetali o un pezzo di parmigiano, noci, pane o cereali integrali, frutta secca. Ogni tanto, però, sono ben accetti anche torte, biscotti, meglio se fatti in casa, o tavolette di cioccolato. 

A scuola i bambini attendono con gioia e trepidazione il suono della campanella che chiama alla merenda, è un momento epico: si gioca e si mangia insieme ad altri bambini, e la mattina si ha fame, perché i tempi della colazione a casa sono spesso serrati e frettolosi. L’entusiasmo per questo momento dovrebbe essere sempre così: l’attesa entusiasta che quella campanella suoni presto. 

Gloria Cardano