Il tema è stato studiato dall’équipe del professor Roberto Berni Canani, del Dipartimento di Scienze mediche traslazionali – Divisione pediatrica dell’Università Federico II di Napoli, e lo studio clinico è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Clinical Nutrition, organo ufficiale della Società europea di Nutrizione clinica e Metabolismo.
Abbiamo chiesto al professor Berni Canani perché questo nuovo ingrediente funzionale per l’alimentazione dei bambini abbia suscitato tanto interesse.
«Il nostro obiettivo è stato quello di studiare i benefici del latte fermentato con il batterio di origine umana L. paracasei CBA L74 nella prevenzione delle infezioni in un’ampia popolazione di bambini che frequentavano l’asilo. Bimbi, che per la generale immaturità del loro sistema immunitario, sono particolarmente esposti al rischio di contrarre infezioni. I risultati dello studio hanno evidenziato la capacità di questo nuovo ingrediente di ridurre il rischio di infezioni a livello respiratorio e gastrointestinale, attraverso una stimolazione del sistema immunitario».
Può spiegarci meglio che cosa intende per ‘latte fermentato’?
«Con il batterio L. paracasei CBA L74, abbiamo sfruttato in chiave moderna il processo fermentativo utilizzato per la produzione di tanti alimenti di uso comune, come lo yogurt. Successivamente, una fase di pastorizzazione ci ha permesso di inattivare il batterio, mantenendo però le sostanze prodotte durante la fermentazione e responsabili degli effetti benefici sul sistema immunitario, cui accennavo poc’anzi. Questo approccio, definito ‘postbiotico’, comporta notevoli vantaggi rispetto ai comuni prebiotici e probiotici utilizzati nella pratica clinica pediatrica».
In definitiva, il nuovo latte fermentato ha dato evidenza di poter aiutare il bambino nel ridurre le infezioni?
«Abbiamo dimostrato che l’assunzione dell’ingrediente è in grado di ridurre l’incidenza delle più comuni malattie infettive, che affliggono il bambino specialmente in inverno, stimolando alcuni fattori della risposta immunitaria. Nel periodo di studio, i bambini che hanno assunto l’ingrediente durante la prima colazione o la merenda pomeridiana hanno presentato una significativa riduzione del numero di infezioni gastrointestinali e delle alte vie respiratorie. All’interno del gruppo trattato con il nuovo ingrediente abbiamo osservato anche una riduzione dell’uso di farmaci, come antibiotici, antipiretici e steroidi, sino al 60%, insieme a una diminuzione del numero di visite mediche, assenze da scuola e giorni di lavoro persi dai genitori».