Vita da baby - 15 novembre 2023, 00:00

Apnea notturna: quando il sonno viene interrotto

Durante i primi mesi di vita di un neonato, il genitore tende a essere più vigile; se gli accade di sentirlo trattenere il respiro per qualche interminabile secondo, si allarma. Sono le apnee neonatali, tutt’altro che rare…

Apnea notturna: quando il sonno viene interrotto

Quando i bambini dormono, l’aria passa più difficilmente attraverso le vie aeree; in assenza di difficoltà respiratorie, questa condizione è comune: durante il sonno il cervello è meno attivo, la respirazione diventa più lenta e le brevi pause non dovrebbero prolungarsi. Se notiamo sintomi come respiro faticoso, retrazione dei muscoli toracici, allargamento delle narici durante l’inspirazione, emissione di suoni rumorosi durante l’espirazione, possiamo pensare alle apnee notturne. La respirazione cessa improvvisamente per più o meno 20 secondi ed è associata a bradicardia, cianosi, pallore e/o marcata ipotonia. La maggior parte dei bambini supera l'apnea quando compie 1 anno. Definita apnea ostruttiva del sonno (OSAS), è frequente sia nei bambini che negli adulti e, in età pediatrica, l’ipertrofia adeno-tonsillare è ritenuta un fattore di rischio. 

I sintomi nel neonato sono:

  • russamento
  • secchezza delle fauci 
  • pianto ripetuto 
  • suzione debole
  • ritardo di crescita
  • respirazione forzata attraverso la bocca
  • sudorazione notturna profusa.

 Il neonato potrebbe trattenere il respiro anche da sveglio, magari dopo una crisi di pianto. Questa condizione è definita apnea affettiva: il bambino diventa rosso oppure pallido in viso, irrigidisce i muscoli del corpo e/o ha piccole contrazioni involontarie. Dovrebbe passare facilmente soffiandogli sul viso.

Le cause di apnea nel neonato posso essere:

  • immaturità cerebrale (apnea della prematurità)
  • problemi neurologici
  • malattie cardiache
  • problemi gastrointestinali
  • cause infettive
  • problemi genetici
  • reflusso.

Se non trattata, la sindrome potrebbe causare ritardi nella crescita del bambino, un aumento del rischio di otiti e, in casi più gravi, un aumento del rischio di diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari come aritmie, aterosclerosi e il cosiddetto cuore polmonare, un ingrossamento del ventricolo. Non bisogna allarmarsi ed è bene evitare diagnosi fai-da-te, mentre è importante consultare il pediatra, che darà le indicazioni necessarie, anche perché, in molti casi, la causa non viene identificata con certezza e l’apnea si risolve spontaneamente con la crescita. Il fenomeno si verifica durante la fase REM (dall’inglese rapid eye movements); il sonno è un momento fondamentale e predominante nei primi mesi di vita del bambino, la sua compromissione potrebbe avere effetti negativi sullo sviluppo del cervello, sul comportamento e sull’umore. Se scoperto in tempo, tuttavia, il problema è pienamente risolvibile

Gloria Cardano

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