Se si pensa che il proprio figlio sia un po’ piccolo di statura rispetto agli altri bambini, può subentrare una preoccupazione. Metro e bilancia diventano sistemi di controllo per stabilire l’andamento della crescita, e non mancano i confronti: «Il mio è molto più alto della media», «il pediatra dice che, se continua a crescere così, diventerà un pallavolista». Dribbliamo le gare, non soppesiamo le parole altrui se non quelle di un pediatra di fiducia. Nei primi 2 anni di vita, la crescita dei bambini è più accentuata, per poi rallentare e stabilizzarsi nella pubertà. Una crescita armoniosa sarà regolare nel tempo per altezza, peso e circonferenza cranica, compatibili con gli standard definiti di una popolazione e con la genetica familiare. Un valido strumento per affrontare serenamente le fasi di crescita di un figlio sono i bilanci di salute, ovvero visite periodiche programmabili dalla nascita fino ai 14 anni; il pediatra di famiglia valuterà che la crescita fisica e lo sviluppo psicomotorio siano adeguati all’età. Il parametro utilizzato dal medico durante la misurazione è la curva di crescita (la più usata è quella dell’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità), che fornisce un’idea di quanto stia aumentando il piccolo attraverso i percentili, suddivisi per peso, altezza e sesso. La media è 50 percentili, da lì ogni bambino sarà sopra o sotto il parametro. Quando peso e altezza si mantengono sulla stessa curva nel tempo, vuol dire che il bambino cresce bene. I genitori possono utilizzare le tabelle di crescita, scaricabili e stampabili dal sito dell’OMS, fermo restando che spetterà al medico valutare un quadro più completo. I maschietti e le femminucce hanno tabelle diverse, 2 a testa: una per l’altezza, l’altra per il peso. Da 0 a 6 mesi, si consiglia di misurare il neonato ogni settimana o una volta al mese, segnando ogni volta il punto trovato sulle curve di crescita: unendo tutti i punti, verrà tracciata la curva. Dai 6 mesi ai 2 anni la misurazione si può effettuare ogni mese. Il procedimento è sempre lo stesso. Da 12 a 24 mesi un bambino dovrebbe crescere di circa 10 cm all’anno; da 24 a 36 mesi di circa 8 cm; da 36 a 48 mesi di circa 7 cm; dai 4 anni alla pubertà di 4 cm all’anno.
Lo sviluppo dipende da diversi fattori: la nutrizione materna e l'ambiente intrauterino influenzano la crescita al momento della nascita e durante il primo mese di vita; i fattori genetici (come l'altezza dei genitori e la costituzione fisica) e quelli nutrizionali subentrano più tardi. Il consumo di proteine favorisce la crescita, che aumenta soprattutto durante i mesi primaverili ed estivi, tenendo sotto controllo il percentile originario della nascita, a partire dal quale le misurazioni successive non dovrebbero subire rallentamenti ma dimostrare una crescita costante. Qualora questi si verificassero, il pediatra, oltre a impiegare strumenti come stadiometro e infantometro, potrà valutare una RX Studio, esame radiografico del polso e della mano sinistra per il controllo della corretta crescita fisica. Genitori attenti alla statura, sappiate che conta anche il tipo di sport praticato, ad esempio quelli di elevazione (pallavolo e basket) e il nuoto possono far guadagnare qualche punto in altezza. C’è speranza fino a 20 anni per crescere, età di massimo sviluppo osseo in termini di robustezza e lunghezza. Dopodiché, mettetevi l’anima in pace, ma soprattutto mettete in pace quella di vostro figlio per evitargli complessi, nel caso in cui la sua statura non corrisponda alle vostre aspirazioni. Questo vale soprattutto in età scolare, epoca in cui è più evidente il confronto con i coetanei. E se proprio non riuscite ad aspettare i fatidici 20 anni, ricordatevi la formuletta [(altezza padre+altezza madre)/2] +6.5 cm (se maschio) oppure –6.5 cm (se femmina). Senza dimenticare che parliamo di statistiche.