Vita da baby - 19 novembre 2024, 00:00

Kid / shopping / chaos

Lo shopping è il termometro che misura i livelli di sopportazione di un genitore. Ma state tranquilli, la compagnia di chi teme negozi e centri commerciali con figli al seguito è decisamente vasta

Kid / shopping / chaos

«No, non si tocca. Signora, controlli suo figlio». Si sa, i bambini non sempre rispettano le regole e contenerli, mentre si fanno spese, è difficile ed usurante. Il bambino piccolo non ha la maturità psicologica ed emotiva per adeguare i propri comportamenti in certe situazioni. Fa di testa sua! Alcuni pargoletti danno il peggio di sé fuori casa e i loro genitori ottengono occhiate di sdegno. Altri saggiamente decidono che per fare shopping il bambino è meglio lasciarlo a casa. Le compere bisognerebbe farle quando la famiglia non è stanca e senza ridursi all’ultimo minuto. Occorre anticipare le regole prima di arrivare nei negozi: regole semplici, chiare, come chiedere il permesso di toccare gli articoli; per ottenere questo, però, sono importanti il buon esempio e un “alleato”, ossia un gioco da portare con sé con cui il bambino potrà intrattenersi fino a quando proprio non ce la farà più.

Per aumentare l’autostima dei piccoli dai 2 anni in poi, il genitore potrà chiedere loro dei pareri sugli acquisti, responsabilizzarli e far capire, nei limiti delle possibilità, il valore del denaro: «questo gioco costa troppo». Quest’ultima può essere l’occasione per introdurre con i più grandicelli discorsi (brevi) sull’importanza del buon uso degli oggetti, evitando gli sprechi. Per loro un valido esempio può essere un giocattolo dimenticato, che non guardano più e che potrebbe fare felice un altro bambino. Prima di un nuovo acquisto, la regola potrebbe essere: per ogni gioco che entra in casa, un altro uscirà, così che possa far felice un altro bambino in un negozio dell’usato, dove è interessante scoprire la nuova vita di tanti giocattoli. Magari sarà difficile prendere la decisione di staccarsi da una certa bambola o macchinina, e questo darà un valore aggiunto al nuovo gioco che arriverà. Una sana regola montessoriana prevede la rotazione dei giochi, per evitare che il bambino sia sovrastimolato dall’ingombrante presenza di troppi oggetti, con il rischio di un’accumulazione di giochi che ne fa perdere il valore affettivo.

Il miglior regalo, infatti, è quello spontaneo, non richiesto o dettato da una ricorrenza. Il momento dello shopping consente a genitori e bambini di trascorrere del tempo insieme, tempo spesso sottratto alla scuola, agli impegni generali e al lavoro, che troppo trattiene lontani dai bambini mamma e papà. I gestori dei negozi spesso si lamentano di scene maleducate dove i bambini non riescono a tenere ferme le mani e la bocca, e dove nessuno si prodiga per trattenerli. Eppure, ci sono molti bambini che amano i negozi, gli acquisti, gli articoli in vendita e se ne restano buoni e incantati da certe mercanzie: vestiti, gioielli, scarpe, profumi, saponi e tutti quei bei detersivi ordinati sugli scaffali… È magico per il bambino pensare che alcuni di quegli articoli potranno appartenergli, perché si comprano e si trasferiscono in casa propria, tra ciò che diventa suo. Alcuni genitori sudano 7 camicie per uscire dignitosamente da certi punti vendita, tra cui i famigerati negozi di giocattoli, dove le pupille dei piccoli si dilatano, il corpo si riempie di generosi spasmi di desiderio e le mani, le mani non sono più padrone del proprietario e si allungano fameliche. «È mio!». E poi la risposta: «no, non si tocca!» «Perché non lo posso toccare?» si chiede il bambino, «ce l’hai già», «ma io lo voglio!». Così, mentre lo guardiamo imbronciato e piangente, prima di portarlo fuori sentiamo la nostra voce che dice: «va bene, prendilo». I bambini, durante lo shopping, ricorrono a diverse strategie per vedere esauditi i propri desideri. Dopo aver toccato, assaggiato, guardato, cercano sempre di ottenere qualcosa per sé. 

Per i bambini lo shopping è una spedizione, un percorso, e il loro spirito di osservazione annota tutti i dettagli. Anche nei negozi esclusivamente per i genitori riescono a scovare qualcosa. Lo shopping si concentra soprattutto nel weekend. Meglio fare una merenda prima degli acquisti, per evitare i capricci: «ho fame», «ho sete». Se le compere sono prolungate, come in un centro commerciale, è consigliabile prendersi un momento di svago in un parco giochi, per far sfogare l’energia dei piccoli; se sono un po’ più grandicelli, si può insegnare loro l’uso del denaro facendoli addirittura pagare. È consigliabile cercare luoghi che abbiamo a disposizione un parcheggio comodo, per evitare di spazientirsi e far spazientire i piccoli nella ricerca di un posto auto per soste prolungate. 

Meglio avere sotto mano una dettagliata lista della spesa, perché tra le innumerevoli richieste e urla di nostro figlio potremmo perdere di vista l’obiettivo della nostra missione. Capita che alcuni genitori, terrorizzati dai capricci dei figli, preferiscano restare a casa e dedicarsi allo shopping online. Lo shopping è anche un momento per insegnare ai bambini a stare in mezzo alla gente, conservando però regole ferree: innanzitutto, non ci si allontana da mamma e papà. Il contatto con i vostri figli deve essere continuo e costante, soprattutto in contesti affollati, come il mercato. I piccolissimi richiedono l’utilizzo di carrozzina o passeggino ma, dai primi passi in poi, il consiglio più importante è di tenere il bambino sempre per mano.

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