Vita da baby - 10 ottobre 2024, 10:42

L’ittero neonatale. Che cos’è?

Condizione diffusa, interessa oltre il 50% dei neonati sani a termine di gravidanza e l’80% dei prematuri. L'ittero fisiologico appare verso il secondo giorno di vita, raggiunge l'apice durante il terzo o quarto, scompare nel giro di 1 o 2 settimane

L’ittero neonatale. Che cos’è?

Il termine ittero deriva dal greco e si riferisce a un uccello dalle piume gialle: gli antichi credevano che bastasse la vista del volatile per far guarire immediatamente un malato ingiallito. Si riconosce perché la pelle, le gengive e le sclere (ovvero la parte bianca degli occhi) diventano gialle; ovviamente nei neonati con pelle scura l'ittero può risultare meno evidente. L'ittero compare prima sul viso e poi su torace, addome, braccia e gambe, man mano che i livelli di bilirubina aumentano. Causato dal deposito della bilirubina, sostanza di scarto prodotta dalla normale distruzione dell’emoglobina contenuta nei globuli rossi alla fine del loro ciclo vitale, l’ittero è alimentato dall’attività ancora immatura degli enzimi epatici. Dopo la nascita molti globuli rossi in eccesso devono essere smaltiti attraverso il fegato dalla milza, che, per farlo, produrrà grandi quantità di bilirubina. Nei primi giorni di vita del bambino ne viene prodotta così tanta che il fegato non è sempre in grado di eliminarla; la bilirubina si accumula nei tessuti e subentra l’ittero. Se dopo le dimissioni dall’ospedale sono evidenti il marcato colorito giallo della pelle anche a livello dell'addome, delle braccia e delle gambe, la colorazione giallastra delle sclere oculari, irritabilità, sonno profondo e rifiuto verso il latte, è necessario consultare celermente il medico. 

Il fatto che un neonato abbia l’ittero è considerato fisiologico solo in base ad alcune caratteristiche: deve comparire dopo la prima giornata di vita, raggiungere la massima intensità fra il terzo e il quinto giorno, scomparire dopo 2 settimane al massimo, senza alcun trattamento. I valori di bilirubina del neonato devono crescere lentamente ogni giorno e non superare circa 12 mg per decilitro nei nati a termine e 15 mg nei neonati pretermine); i rischi sarebbero alti perché questa sostanza è in grado di entrare nelle cellule del cervello causando danni al sistema nervoso centrale. In caso di ittero il neonato verrà sottoposto alla fototerapia, ovvero una luce bianca, blu o a LED di una lampada apposita che, a una determinata lunghezza d’onda, agirà sulla bilirubina in eccesso per eliminarla dall'organismo. Diverso è il caso dell’ittero neonatale “patologico”, causato (seppur raramente), dall’incompatibilità tra mamma e figlio per il fattore Rh dei globuli rossi o per il gruppo sanguigno AB0: la mamma produce anticorpi che si legano ai globuli rossi del figlio provocandone la distruzione; altre cause possono essere infezioni, anemie e ipotiroidismo congeniti e riassorbimento di emorragie, come quella che si può formare se, durante il parto, è stata utilizzata una ventosa. Un altro esempio di ittero patologico è quello protratto, ovvero quando il neonato rimane giallo oltre le 2 settimane di vita. Quando l’ittero protratto è definito “da latte materno” non è patologico ma causato da una sostanza contenuta nel latte materno che ostacola lo smaltimento della bilirubina. In questo caso la bilirubina comincia ad aumentare a partire dai 4-5 giorni di vita e i livelli restano elevati anche per 3 mesi. Non c’è da allarmarsi, passerà da solo. Un altro tipo di ittero protratto è l’“atresia delle vie biliari”, molto rara, difficile da diagnosticare e più grave delle altre forme, soprattutto se la prognosi è tardiva, perché l’intervento chirurgico dovrebbe essere effettuato entro i primi 2 mesi di vita per essere efficace. La malattia è causata all’ostruzione delle vie biliari, che permettono alla bile di defluire dal fegato e finire nell’intestino. Il bambino è giallo, la milza e il fegato sono ingranditi, le feci sono bianche o grigie e la pipì è scura, quasi arancione.

Gloria Cardano

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