Mondo papà - 04 luglio 2023, 11:00

Un papà in sala parto

Oggi i papà sono sempre più presenti durante i 9 mesi della gravidanza. Accompagnano la futura mamma alle ecografie, partecipano attivamente al corso pre parto, fino ad assistere allo straordinario momento della nascita. Se lo desiderano...

Un papà in sala parto

È, a detta di molti papà, uno dei momenti più belli della loro vita. Restare al fianco della propria compagna durante il parto può essere sicuramente una forte emozione, tanto che non tutti i papà si sentono di farlo. Per i motivi più diversi: chi non sopporta la vista del sangue, chi teme di sentirsi inutile o in colpa per non poter alleviare il dolore della donna, chi ha sentito parlare del blocco del desiderio sessuale dopo aver assistito al parto…

Si tratta di una scelta che non è sicuramente da biasimare: non è obbligatorio presenziare, se un papà non si sente pronto, tanto più che potrebbe essere la stessa mamma a non desiderare che il compagno sia presente in quella situazione così intima. Il primo consiglio è dunque quello di cercare di prendere una decisione insieme, come coppia; il secondo consiglio è, prima ancora, di porre delle domande agli esperti, ad esempio all'ostetrica di fiducia, in modo da capire quale sia davvero il ruolo del padre in sala parto, cosa aspettarsi, come comportarsi, e in base alle risposte arrivare a una scelta consapevole.

Nel momento in cui il papà e la coppia hanno optato per stare uniti durante questo momento magico, ci sono alcune riflessioni che potrebbero essere di spunto per il futuro papà. Un padre in sala parto deve "essere" più che "fare": deve saper stare vicino alla compagna, aver fiducia in lei, sostenerla nel momento di difficoltà, essere disponibile a seguire le sue istruzioni e a soddisfare le sue richieste fin dove è possibile. Un papà in sala parto deve però saper anche fare: aiutarla a praticare le tecniche di rilassamento, offrire da bere o una bustina di zucchero per aiutarla a recuperare energia, supportarla anche fisicamente nella fase di espulsione.

Come si diceva, arrivare al giorno fatidico preparati significa poter vivere meglio la situazione e, insieme, favorire l'esperienza della donna. Quindi sarebbe bene:

  • leggere libri sul tema e fare ulteriori domande all'ostetrica se si hanno ancora dei dubbi;
  • avere la consapevolezza che le cose potrebbero non andare come ci si aspettava e che potrebbe arrivare un momento in cui ti viene chiesto di uscire dalla sala parto, perché la situazione si sta complicando;
  • avere pazienza: il travaglio potrebbe durare ore, durante le quali la compagna avrà bisogno di supporto;
  • prendersi cura di sé, quindi non solo della mamma: oltre al travaglio, anche l'attesa in sala parto potrebbe durare molte ore, risultando sfiancante per entrambi; insomma, potrebbe essere un'esperienza faticosa, ancor più se il papà non ha dormito molto la notte precedente in attesa del grande giorno.

Concludendo, questa ci pare essere la raccomandazione più importante per un papà che sta per "affrontare il parto": essere complice e interprete, ma capace anche di farsi da parte se necessario.

A questi temi si aggiunge poi la recente possibilità, per un padre, di assistere anche al parto cesareo. Ma di questo parleremo la prossima volta.

C.C.

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