Tutti a tavola - 22 ottobre 2024, 08:00

L’indesiderato reflusso

Capita spesso che si confonda il reflusso, fenomeno comune nei primi mesi di vita, con malattie legate al reflusso gastroesofageo (RGE). Meglio evitare le autodiagnosi, le valutazioni spettano sempre al pediatra

L’indesiderato reflusso

Nei neonati il reflusso è un evento normale. Si sporcano tanti bavaglini ma, con la crescita e l’aumento di consistenza degli alimenti, nella maggior parte dei casi tutto passa. Molti neonati sviluppano episodi molto frequenti di rigurgiti o reflussi brevi o occasionali dopo i pasti: il latte fuoriesce dalla bocca o addirittura dal naso, magari dopo l’atteso ruttino. Il rigurgito, a differenza del reflusso, è caratterizzato dall’espulsione dalla bocca di saliva mista latte non digerito. Questo fenomeno può verificarsi anche dopo 2 ore dall’assunzione di latte, e in questi casi il materiale espulso avrà un aspetto simile a quello della ricotta, perché costituito da latte coagulato e parzialmente digerito. Sia il rigurgito che il reflusso sono causati dall’immaturità fisiologica della valvola gastroesofagea. Il contenuto dello stomaco di un lattante è liquido e lo stomaco è sempre colmo (appena si svuota il bambino richiede altro latte). È come se il neonato fosse una bottiglia sempre piena, con un tappo che si chiude male (cardias), messo in posizione orizzontale: il liquido esce dal collo della bottiglia. Solitamente il reflusso non infastidisce il bambino, non ha conseguenze a lungo termine e non richiede una cura, se non qualche accortezza. L’incidenza del reflusso inizia a diminuire dopo i 7 mesi e si risolve nella maggioranza dei bambini entro i 18.

La causa più comune del reflusso è la diminuzione della pressione dello sfintere esofageo inferiore; può essere causato dalla posizione del lattante quando viene alimentato, da una sovralimentazione o da agenti negativi come il fumo o la caffeina nel latte materno. Inoltre, succhiare voracemente forma bolle d’aria nello stomaco e favorisce la risalita del cibo nell’esofago. Per attenuare il reflusso è utile correggere l’alimentazione, mantenere il bambino in posizione più verticale mentre mangia e rendere il latte di formula più denso con cereali a base di riso (chiedere sempre il parere del pediatra), mentre, se la mamma allatta, sono consigliati prodotti antiacidi. In alcuni casi sarà necessario eliminare le proteine del latte vaccino (soprattutto se il medico sospetta un’allergia al latte, condizione con sintomi in parte sovrapponibili al reflusso); nel caso di allattamento al seno, è la madre a dover evitare latte e latticini. Il rigurgito diventa la spia di una malattia da reflusso gastroesofageo se associato ad alcuni segnali d’allarme, come un lento aumento di peso, episodi ricorrenti di polmonite e la comparsa di sangue nel rigurgito. Se presente durante l’età prescolare, il reflusso assume una sintomatologia simile a quella dell’adulto. Si caratterizza sempre con risalita dei succhi gastrici lungo le pareti dell’esofago; questi succhi normalmente vengono trattenuti dalla valvola sopracitata, denominata cardias e situata tra l’esofago e lo stomaco. Altri sintomi possono essere la pirosi gastrica, con frequenti eruttazioni, difficoltà di deglutizione, rigurgito acido, vomito fino all’asma da reflusso. Per limitare il reflusso nei bambini in età prescolare, è necessario apportare delle modifiche allo stile di vita del bambino, soprattutto nell’alimentazione. L’uso delle vitamine B1 e B2 serve a tamponare l’acidità; è bene, poi, praticare attività fisica a distanza dai pasti ed evitare fritti, cioccolato e cibi acidi come pomodori e agrumi, cenare almeno tre ore prima di andare a letto e fare piccoli pasti frequenti.

Gloria Cardano

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